Cosa hanno in comune l’arte di Raffaello con quella dell’antico Egitto? Il mistero del “blu egizio”, la sua origine e le sue complesse tecniche di fabbricazione sono al centro di due iniziative organizzate dalla Fondazione CariPerugia Arte e dal Post – Museo della Scienza di Perugia in collaborazione con il Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e il Digipass Perugia in occasione del cinquecentenario dalla scomparsa del maestro urbinate. Due momenti dedicati all’arte, connessa alla ricerca scientifica, in una fase in cui musei, mostre ed eventi culturali hanno subito lo stop dovuto all’emergenza sanitaria.
Il prossimo 16 novembre, dalle ore 18.00 sul canale Facebook della Fondazione CariPerugia Arte si potrà assistere al webinar “Il laboratorio di Raffaello e il blu Egizio”. Si tratta di un focus sul lavoro del Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto le cui attività di ricerca si sono subito concentrate su alcuni progetti importanti, sia nel contesto nazionale che internazionale dal quale sono emersi i primi risultati. Tra questi merita una attenzione particolare il lavoro effettuato sull’affresco dipinto da Raffaello, raffigurante “Il trionfo di Galatea” a Villa Farnesina a Roma. Il Laboratorio è stato, infatti, incaricato dall’Accademia Nazionale dei Lincei di eseguire particolari indagini mirate sull’opera raffaellesca in considerazione della decennale esperienza e della disponibilità delle più aggiornate strumentazioni diagnostiche portatili e non invasive.
Le indagini sono state effettuate dal LABDIA, diretto da Vittoria Garibaldi, segnatamente da Manuela Vagnini e Michela Azzarelli (LABDIA) all’interno del gruppo coordinato dall’accademico Antonio Sgamellotti e composto da Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara Anselmi (IRET-CNR), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker).
Dalla ricerca, portata a termine lo scorso luglio, è emerso che per le parti colorate di blu, come gli occhi della fanciulla, il cielo e il mare, Raffaello utilizzò il cosiddetto blu egizio, il primo colore artificiale della storia, il cui uso si era perso dopo la fine dell’Impero romano, sostituito dal lapislazzuli.
Si tratta di una scoperta inaspettata ed importante resa possibile da valenti studiosi e da istituzioni eccellenti.
Al webinar, coordinato da Francesco Gatti, Presidente del Post, interverranno: Cristina Colaiacovo, Presidente Fondazione CariPerugia Arte; Mario Rampini, Presidente dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”; Marina Balsamo e Vittoria Garibaldi, Presidente e Direttore scientifico del Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e il professor Antonio Sgamellotti, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Anche i più piccoli potranno confrontarsi con Il blu di Raffaello e le tecniche artistiche utilizzate nel Rinascimento, con particolare attenzione a quelle sperimentate nelle opere dall’artista urbinate, grazie al laboratorio gratuito che si tiene domani dalle 16.00 alle 18.00 al Digipass Perugia presso i locali del Post, nel massimo rispetto delle norme di sicurezza, rivolto ai bambini da 6 a 11 anni. Organizzato nell’ambito del progetto “La bottega di Raffaello – Viaggio scientifico nell’arte rinascimentale” sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il laboratorio verrà introdotto da un video divulgativo sulle tecnologie digitali utilizzate dal Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e si concluderà con un’esperienza pratica di sperimentazione delle tecniche pittoriche. Come in una bottega rinascimentale verranno mostrate, anche grazie a strumentazioni tecnologiche del fablab, le diverse fasi di fabbricazione dei colori, dalla ricerca della materia prima da cui si ricavano i diversi pigmenti, allo studio del legante più appropriato per i diversi tipi di supporti.